giovedì 24 ottobre 2013

Perchè (o dell'amore)

Si svegliò nel cuore della notte. Nella testa rimbombava una domanda:
"perchè?"

Cercò di capire da quale sogno stava uscendo, ma...nulla; la mente era una lavagna nera su cui a chiare lettere campeggiava solo quell'interrogativo.

Forse il seme da cui era germogliata quella domanda risiedeva in ciò che aveva fatto prima di addormentarsi.

Quali erano stati i suoi ultimi pensieri chiudendo gli occhi?

Aveva pensato a com'era la sua vita, a come le sarebbe piaciuto fosse.

Aveva pensato a chi si stava per addormentare felice, a chi non avrebbe chiuso occhio; alla serenità e all'inquietudine.

Poi aveva deciso di leggere qualche pagina, per distrarsi e per conciliare il sonno che tardava a venire MA la trama della storia era passata subito in secondo piano nel momento in cui era inciampata in quella citazione:

 "E' sempre per amore che si soffre, anche quando crediamo di non    soffrire per niente".

Era una frase come tante, messa lì come incipit, ma l'aveva colpita.

Era vero?

Silenzio. Nessuna risposta.

Erano forse l'amore o la sua assenza a far provare, o viceversa a privare, di quello stato in cui l'essere percepisce una felicità senza increspature?

E allora, perchè non era dato a tutti vivere quell'esperienza?

Perchè?

Silenzio. Nessuna risposta.

Ora l'eco di quella domanda, lanciata nel cuore della notte, tornava a risvegliarla. Un boomerang di ritorno alla base, che la spingeva a radunare le forze per riafferrarlo dolcemente, senza farsi ferire dall'impatto diretto che avrebbe potuto avere.

L'aveva riacciuffato. E adesso era lì di nuovo,
sola,
con il boomerang in mano.

A volte siamo chiamati a giocare da soli,
altre volte scegliamo di farlo,
altre ancora non ci decidiamo a non farlo.

E così, forse, accade anche per l'amore.
...e forse soffriamo perchè ci manca quella gioia (l'amore, appunto) della quale più non riusciamo a godere.

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