Era euforica stasera al rientro: aveva
finalmente concluso quel lavoro intenso, nel quale come sempre aveva
messo tutte le energie.
Certo...l'indomani c'era la prossima
scadenza imminente che l'attendeva, ma adesso voleva godersi qualche
sorso di libertà nell'entusiasmo di quel momento.
No. Non avrebbe passato le prossime ore
al computer, né per lavorare, né in attesa di qualche mail. Si
sarebbe concessa del tempo, aveva bisogno di uno scampolo di un paio
d'ore e soprattutto di sfogare quell'adrenalina che aveva in corpo.
S'era cambiata, si sentiva già meglio
con quel paio di pantaloncini sportivi e la maglietta rossa (che le
dava allegria). Era scesa in cortile, aveva inforcato la bicicletta,
aperto il cancello e s'era lanciata alla vita!
Era così bello scendere dimenticando il senso del pericolo, era così bello sentirsi tornar bambini e apprezzare
quella libertà, quell'ossigeno che ti arriva dritto ai polmoni, che
ti buca gli occhi, il naso, che ti fa sentire attraversato da un
brivido di gioia!
Una curva, un'altra, poi la strada
tornava a farsi più stretta e ora...era salita!
Pedalava, Sally, pedalava e sentiva i
muscoli che lavoravano che si allungavano per poi accorciarsi. Anche
il fiato ora era più corto. Ma aveva bisogno di quello sforzo.
Già, perché voleva sentire di
avercelo ancora un corpo, voleva riprendere possesso di quella
macchina perfetta, di quel dono di cui a volte ci dimentichiamo e che
ancora, a quest'età, basta tenere in moto per evitare che
arrugginisca.
E mentre le gambe lavoravano, anche gli occhi facevano la loro parte. In salita, al contrario della discesa dove tutto sfreccia veloce, ti accorgi di dettagli che solo la lentezza coglie. C'erano foglie meravigliose, in quel momento, per terra. Non ne aveva mai viste di così belle, avevano la forma di un fiore perfetto. Alcune erano già secche, altre erano ancora verdi. Aveva sollevato lo sguardo ma non conosceva quella pianta che ora le stava offrendo quello spettacolo.
E mentre le gambe lavoravano, anche gli occhi facevano la loro parte. In salita, al contrario della discesa dove tutto sfreccia veloce, ti accorgi di dettagli che solo la lentezza coglie. C'erano foglie meravigliose, in quel momento, per terra. Non ne aveva mai viste di così belle, avevano la forma di un fiore perfetto. Alcune erano già secche, altre erano ancora verdi. Aveva sollevato lo sguardo ma non conosceva quella pianta che ora le stava offrendo quello spettacolo.
Ancora l'ultimo pezzo di strada in
salita e poi l'arrivo al cancello. C'era Pinky ad aspettarla. Lui
così fedele, sempre immobile davanti all'ingresso ad attendere il
suo rientro. Muoveva la coda, sembrava quasi sorridesse. Non riusciva
mai a non farsi strappare qualche carezza!
Era stata una bella uscita. E ora,
sotto la doccia, Sally sentiva le cellule rigenerarsi profondamente.
Acqua: che meraviglioso dono sei! Aveva spento il rubinetto,
rimanendo per un po' ancora a gustare quel tepore umido, quella
nebbiolina profumata che la circondava mentre si asciugava
vigorosamente.
Poi era salita in camera, aveva indossato abiti profumati...e s'era seduta alla scrivania, quasi a voler fermare quel momento.
Le è bastato un attimo, un solo attimo, per rendersi conto di ciò che segretamente il suo cuore ancora desiderava: poter allungare una mano e trovare un'altra mano.
Poi era salita in camera, aveva indossato abiti profumati...e s'era seduta alla scrivania, quasi a voler fermare quel momento.
Le è bastato un attimo, un solo attimo, per rendersi conto di ciò che segretamente il suo cuore ancora desiderava: poter allungare una mano e trovare un'altra mano.
Avrebbe avuto voglia di condividere
quella gioia, ma non con chiunque, con qualcuno di speciale, che
l'avrebbe capita, che avrebbe saputo cogliere e condividere passioni e desideri.
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