giovedì 26 settembre 2013

Brandelli di umanità

Uscita di casa ho un tratto di strada in macchina per arrivare in città e andare a prendere il treno.
Parcheggio sempre davanti a una scuola: è ancora troppo presto per studenti e professori e così c'è sempre un posto libero ad aspettarmi.
Ma ho fatto più tardi del solito questa mattina...questione di attimi e la strada, che normalmente compio in pochi minuti, si è trasformata in un lento corteo di mezzi che lentamente si avviano al lavoro.
Finalmente sono al parcheggio. Ormai ho perso il treno, il prossimo è tra mezz'ora. Faccio allora entrare la calma nei gesti: inutile affannarsi, ormai. Scendo, chiudo la serratura...e mentre la mente calcola e ragiona sul programma della giornata, realizzo di aver fortunatamente occupato l'ultimo posto libero del parcheggio.
Dev'essere ormai l'ora del suono della campanella. Frotte di ragazzi si stanno assiepando intorno all'ingresso scolastico. Qualcuno attraversa la strada con aria assonnata. Qualcuno arriva pallido in volto, tenendo un dizionario sotto braccio o un libro aperto per l'ultimo ripasso.
Sono piccoli branchi, in cui è facile, a colpo d'occhio, individuare leader e gregari.
Sono adolescenti: corpo, viso, voce non hanno ancora pienamente assunto la forma definita dell'adulto e li vedi cercare di darsi un tono.
Deve certamente aver richiesto tempo - penso - mettersi tutto quel trucco prima di uscire di casa, o incollare i capelli con quel gel che definisce un'improbabile onda.
Ma forse quei gesti sono necessari per aiutarli, ora, a sentirsi parte del gruppo, a non restare ai margini.
Ridono, si strattonano, c'è chi racconta con enfasi le proprie imprese, chi chiede un accendino per fumare, chi indossa una minigonna, chi porta vistosi occhiali.

Mi fate tenerezza nei vostri modi più o meno buffi, più o meno saggiamente condivisibili di affermarvi al mondo.

E vorrei augurarvi: prendetevela in pieno questa vostra umanità, non accontentatevi dei brandelli!

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