sabato 31 maggio 2014

Anam


Giro l'angolo sovrappensiero

e nel buio del sottopassaggio
il candore di due occhi,
due piccole fiammelle tremule
che oscillano al passaggio della gente.

Accartocciato come un foglio da buttare,
hai un'aria cosi`stanca e sperduta,
mentre tieni quella mano leggermente aperta
in un gesto che non ti appartiene.

Chi sei, da dove vieni?

Me lo chiedo rapidamente,
mentre un vento gelido mi entra nel cuore.
E` una lama sferzante che buca la carne,
una bufera che raggela ogni cosa.

Piomba un silenzio,
che risuona di tanta umanita` messa a tacere

e che ora vibra con me,
nella lotta per un'unica risposta:
Baba Nam Kevalam

mercoledì 28 maggio 2014

Volto silente

Ti guardo
in mezzo a quei volti sorridenti,
in posa per la foto.

Mi sembrate tanti fiori,
raccolti in un vaso,
ognuno a mostrare i suoi colori.

Ma tu
sembri distante dagli altri.
Il tuo sguardo,
dritto,
entra nell'obiettivo.

Interpella chi ti guarda,
il tuo volto silente.

I tuoi occhi
come gocce sull'asfalto,
bagnate, vive,
eppure grigie.

La tua bocca,
il fodero vuoto di una spada,
lasciato, inerte, sul campo di battaglia.

La riga tra capelli,
come il solco di una sciabola tagliente.

Non ridi.
Il tuo volto non si accorda agli abbracci gioiosi da cui ti circondi.

Somigli piuttosto a una pubblicità-denuncia,
che scava nell'anima.







Spigoli vivi

Bellissimi vasi che un'esplosione ha spezzato
sono ora frammenti di coccio
a cui manca un pezzo:
sparito, disintegrato.

E quegli spigoli vivi,
non erosi dal tempo
sono taglienti,
fendono l'aria
e tutto ciò che li sfiora.

Ci passo un dito sopra,
sanguina.

Lo sapevo,
ma quel contatto mi restituisce la ceramica rotta,
quell'interno ruvido, irregolare,
molto più profondo e reale
della superficie laccata e perfetta.

Siete ancora voi,
bellissimi vasi.

Rotti,
taglienti,
ma così belli
(anche se non lo sapete).

mercoledì 21 maggio 2014

Bianca

Salgo sul treno distratta,
cerco un appiglio.
Mi volto e ti scorgo,
un fagottino bianco.

Ti guardo mentre dormi
nel silenzio di un respiro sottile.

Di una bellezza così fragile e così disarmante

domenica 11 maggio 2014

Nel tuo grembo

Quale viaggio bisogna attraversare,
fronde, rovi, spine, erbe infestanti,
eppure...
...graffiata, scalfita, ma mai arresa,
proseguo.

Proseguo,
come tu mi hai insegnato.

Proseguo,
con la luce del sole
(negli occhi e sulla pelle)
a darmi forza e conforto.

Alzo gli occhi:
inarrivabile quel cielo terso
che vorrei squarciare!

Il passo è breve,
lo spazio di un respiro,

e mi ritrovo oltre
fuori dal tempo,

con la testa accoccolata nel tuo grembo.

Quale dolcezza inimmaginabile!
E mi rimetti alla vita.

martedì 6 maggio 2014

Crescita

Decise di non seguire più quelle briciole,
sparse sul sentiero come Pollicino.

Decise di scoprire l'inatteso dell'errare,
le ferite, oltre la gioia, che sapeva di incontrare,
che voleva incontrare.

Decise che non le bastava più il conforto tranquillo e sicuro degli affetti.

Lei stessa, ora, doveva diventare quel porto sicuro.