Sembra un fiume in piena quello che sta arrivando.
Frotte di ragazzi, con aria scanzonata vanno verso la scuola tenendosi sotto braccio, spingendosi, ridendo...come in un branco.
E' bello vederli solidali irridere la scuola, i professori, i genitori, il moroso o la morosa che li ha appena lasciati.
Si fanno compagnia in un'età che li fa sentire forti, ribelli e al contempo spaventati e impreparati a quella tempesta di sentimenti del tutto nuovi e potenti.
Sorrido con tenerezza al loro modo di sostenersi, di fare i saggi, talora i cinici, di fingersi "uomini vissuti".
Me li lascio alle spalle salendo sul TRENO.
Il paesaggio umano che mi accoglie è del tutto diverso.
SILENZIO.
Uomini e donne grigi, spenti. Ognuno è rinchiuso nel proprio corpo, nei propri pensieri.
Mi appaiono come piccoli istrici, ciascuno arrotolato su stesso, ciascuno separato dal resto da quella barriera di aculei.
Con amarezza noto l'assurda disposizione che questo popolo di viaggiatori ha assunto: ogni quattro posti, una persona.
Una paura di contagio sembra dilagare.
C'è forse paura che l'altro possa rivolgere una parola, uno sguardo, un gesto interrogante a cui non c'è voglia di rispondere.
Nessuno si siede accanto all'altro.
E sui moltissimi posti vuoti che rimangono, a sedersi sono solo i fantasmi, proiezioni della mente di quei viaggiatori.
Sono tentata di violare questa disposizione, questo tacito ordine che mi fa venire i brividi.
Mi siedo accanto a un signore.
Solleva lo sguardo, ritrae le gambe, avvicina le braccia al busto,
e si richiude come una lumaca nel proprio guscio.
China la testa sul cellulare, interlocutore privilegiato.
Non solleverà più lo sguardo, se non al momento di scendere, quando una voce metallica annuncia l'arrivo in stazione.
Si è reso conto di questo cielo? di questo sole? dell'incanto delle montagne innevate, illuminate dalla luce dell'alba? E soprattutto...si è reso conto di se stesso?
Chissà!
Rimango avvolta dal silenzio e dal mistero.
Dolci sentimenti mi attraversano,
venendo a placare le onde sferzanti dei miei tanti interrogativi.
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