
Sono un violino questa sera,
che suona le note acute di un triste assòlo.
Canto ciò che non si vede,
che resta fuori dal sipario e dall'orchestra.
Canto delle dita che tremano mentre mi suonano,
della bacchetta che taglia le corde,
del mento che si aggrappa al legno.
Canto la forza e la debolezza delle braccia che mi sostengono,
l'orgoglio e la tenerezza della spalla che mi accoglie.
Canto il bisogno di solitudine e il suo opposto.
Canto la fierezza e la fragilità,
le passioni e le contraddizioni dell'animo umano.
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