martedì 28 ottobre 2014

Potenza

Il cuore freme,
la gola brucia.
Temporale in atto.

Lacrime sottili,
gli occhi appena bagnati,
unico segno di una tempesta interna.

Nuvole cariche di pioggia sono state squarciate.

La luce di un lampo,
il fragore del tuono.

Il cielo è sceso in terra
e l'arida polvere trasformata in fango.

Cedono le dighe,
erette ad argine.

Avvolgimi,
stravolgimi,

perchè non mi sottrarrò.

Potenza,

che mi porti al contatto col mio vero essere.





giovedì 9 ottobre 2014

Inno alla fragilità

Le ossa sembrano frammenti di cocci rotti questa sera,
un’accozzaglia scomposta
si muove sotto l’involucro cutaneo.
Il corpo,
improvvisamente,
non è più sostenuto da nulla.
Dov’è finito il solido scheletro?
Chissà…



Solo disagio:
uno strano,
pesante,
senso di disagio.

Bisogna trovare immediatamente una maschera,
un sorriso sicuro,
un tono allegro.
Ma questa sera non c’è niente!
Nient’altro che smarrimento
e il tonfo,
rumoroso,
del cuore.

Le labbra sono tremule,
la parola svuotata,
gli occhi persi,
i movimenti incerti.

Ci hanno insegnato a rammendare il vestito strappato,
a mettere il cerotto sulla ferita,
a coprire l’errore sul quaderno,
ad asciugare in fretta le lacrime.

E così, forse, ci siamo abituati a vivere…
Percependo il vuoto come mancanza,
l’incertezza come angoscia,
il silenzio come intollerabile assenza.

Ma sono proprio questo spazio e questa fragilità
ad essere così meravigliosamente,
generativi!

Non morte, ma vita,
non staticità, ma movimento finissimo.

Come il seme, che sta a lungo sottoterra prima di assumere una forma visibile,
come l’albero, che deve perdere tutte le foglie,
prima di rifiorire...

Amo la fragilità,
perché è lì - ne sono certa - l’anticamera della vera forza!!!