Cammino sul sentiero sterrato,
tra ciottoli
bianchi e una luce splendente.
In testa una
dolce melodia,
che rende tutto
più chiaro
e un’armonia
profonda che mi lega ad ogni cosa.
Poi…
di tanto in
tanto…
mi perdo.
Inciampo sul
selciato,
e non c’è
più quel motivo nella testa,
frotte di
pensieri si affollano veloci, come api intorno al polline.
Sembra
vogliano riempire tutto lo spazio della mente,
strappare la
quiete,
sollevare la
bufera.
Tutt’intorno
scende rapida la notte,
buia, scura,
solitaria.
Il paesaggio
è lo stesso,
ma si
trasforma.
Cambia
colore, come l’umore.
Il passo
sicuro si fa incerto,
lo sguardo
dritto si piega,
il senso di
pienezza si svuota.
Ma poi…
mi raggiunge la tua eco.
La tua voce
solida,
in mezzo
alla folla dei pensieri.
È come il
richiamo del pastore per le pecore smarrite.
Mi riporti in
superficie,
a quella
dimensione chiara, calma, distesa
E ritorna,
pian piano, il passo sicuro,
lo sguardo
dritto, la schiena eretta.
Quando accade,
quando ti
ascolto,
capisco che non e` la realtà a sparire, ma il mio sguardo ad offuscarsi.
Mi perdo
perché ho bisogno di ritornare,
di
ripercorrere le strade che mi hanno fatto smarrire
per attraversarle
con un altro passo, con un’altra consapevolezza.
E forse,
meno sola.
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