sabato 24 ottobre 2020

Giallo, rosso, arancione: la poesia dei colori

Autunno,

me ne vado in giro, con le mani in tasca,
il corpo attraversato da un sottile brivido di freddo,
che volta le spalle all’estate e punta all’inverno.


L’umidità ha reso l’asfalto bagnato,
e ora svaporano le nuvole,
riaprendo il cielo a un tenue azzurro.


Foglie gialle ricoprono il viale alberato:
coriandoli, color zafferano, che qualcuno ha sparso a terra,
per attenuare il grigiore e ammorbidire il cammino.


Si tingono d’arancione le fronde degli alberi,
slanciati nella volta celeste.


Un Artista ha spennellato di rosso cremisi
quel quadro vivo
che si spalanca ora innanzi agli occhi.


Osservo l’irruenza del colore,
la scarica violenta che la dolcezza provoca
nei più profondi reconditi d’anima.
È come sentirsi proiettati all’infinito dentro un tramonto infuocato,
come sentirsi abbracciati dai raggi del sole,
come ardere di una vita accesa,
che divora la spenta morte.


È come l’urlo del pennello, impregnato di colore, che si staglia sulla tela grigia,
come la delicatezza del crepuscolo,
che concede all’animo ancora qualche minuto di chiarore,
prima dell’avanzare della notte.


E al contempo…
queste foglie che mutano aspetto,
mi ricordano le trasformazioni del volto,
così verde e tenero, nella giovinezza,
così carico di storia, emozioni, colori, nella maturità della vita,
che lo ha trasformato.

lunedì 12 ottobre 2020

Il bacio nelle guance

“Ci dev’essere un errore”- pensa il lettore - “Il bacio sulle guance”, si sarebbe dovuto scrivere.

E invece no!

È una preposizione che fa la differenza.

Nelle guance significa dentro, in mezzo.

Non in superficie, non distrattamente, non per convenevoli.

Se mi baci nelle guance,

baci tutta la carne che serve per tenderle in un sorriso,

baci le lacrime che le hanno attraversate,

le pieghe che segnano il volto,

le espressioni che le hanno formate.

Se mi baci nelle guance,

sprofondi dentro al mio viso,

in quello spazio morbido e accogliente,

che tiene la tua impronta,

che la memorizza.

Se mi baci nelle guance,

la tua traccia rimane nel mio volto:

ogni volta che guardo qualcuno,

ogni volta che mi sfioro il viso.

E ti porto in giro, agli occhi inconsapevoli e distratti della gente,

e dentro,

nello spazio caldo che rimane e che nessuno vede,

ma che tutti osservano…

in un sorriso di cui non comprendono la ragione,

in una gentilezza che non si aspetterebbero,

in una parola che porta riflesso, nella sua dolcezza, l’effetto di quel bacio.

domenica 11 ottobre 2020

Se mi perdo

 

Cammino sul sentiero sterrato,

tra ciottoli bianchi e una luce splendente.

In testa una dolce melodia,

che rende tutto più chiaro

e un’armonia profonda che mi lega ad ogni cosa.

Poi…

di tanto in tanto…

mi perdo.

Inciampo sul selciato,

e non c’è più quel motivo nella testa,

frotte di pensieri si affollano veloci, come api intorno al polline.

Sembra vogliano riempire tutto lo spazio della mente,

strappare la quiete,

sollevare la bufera.

Tutt’intorno scende rapida la notte,

buia, scura, solitaria.

Il paesaggio è lo stesso,

ma si trasforma.

Cambia colore, come l’umore.

Il passo sicuro si fa incerto,

lo sguardo dritto si piega,

il senso di pienezza si svuota.

Ma poi…

mi raggiunge la tua eco.

La tua voce solida,

in mezzo alla folla dei pensieri.

È come il richiamo del pastore per le pecore smarrite.

Mi riporti in superficie,

a quella dimensione chiara, calma, distesa

E ritorna, pian piano, il passo sicuro,

lo sguardo dritto, la schiena eretta.

Quando accade,

quando ti ascolto,

capisco che non e` la realtà a sparire, ma il mio sguardo ad offuscarsi.

Mi perdo perché ho bisogno di ritornare,

di ripercorrere le strade che mi hanno fatto smarrire

per attraversarle con un altro passo, con un’altra consapevolezza.

E forse, meno sola.