E' fatta per essere aperta.
Sul palmo, levigato e inciso di linee della vita,
devo aggiungere ancora tante cose.
Mi piacerebbe ci appoggiassi la tua,
aprendo lentamente quelle dita serrate,
fino a far toccare e sovrapporre l'interno dei nostri palmi.
E poi aprire di nuovo le nostre mani,
staccarle,
per andare incontro al mondo arricchiti di nuova forza.
Da una parte tenendoci, dall'altra allungandoci verso il mondo, nelle sue infinite forme.
E' più difficile mantenere l'equilibrio
quando non è solo il tuo peso che conta,
è più difficile fare i conti con i movimenti dell'altro:
ti dis-equilibra,
ti fa sentire "fuori asse" (quando credevi di averne finalmente trovato uno).
Ma, come su un'altalena a due pesi,
imparare a calibrare le proprie forze,
consente di scoprire nuovi equilibri, fatti di sincronicità,
di sbilanciamenti,
di cadute e di spinte verso l'alto.
Una melodia non si compone mai di un suono solo,
e alle note cupe si intrecciano quelle acute.
E' un gioco di tasti, questa vita,
che tante mani sanno suonare meglio di due.
E poi...ascoltandone il suono...
ti rendi conto che quella tanto ricercata bellezza esterna
forse non esiste e non è mai esistita...
E alla patina laccata,
ti accorgi di preferire il canone estetico (del tutto unico, nel suo genere)
di un'armonia che nasce da dentro.
E così, attraverso il tuo occhio, vedo riflesso il mio
e...mi ritrovo a spogliarmi felice degli oggetti,
della superficie,
per portar fuori solo luce.
Solo luce.
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