È un abito bianco?
un cielo senza nuvole?
una melodia senz’alti né bassi?
No.
È il rosso del fuoco, che scorre nelle vene,
il nero, del disincanto e della delusione,
il blu, del mare profondo (salato, come le lacrime).
Ma è anche il verde festoso del prato che ti accoglie,
il rosa intenso del fiore che sboccia,
il cangiante della rugiada che bagna la foglia.
È l’aria che ti manca quando sei in affanno,
e la carezza che cerchi quando sei stanco.
È la frusta che ti scuote quando stai per mollare.
È la parola che manca, e ti viene a cercare.
È la mano aperta di chi ti vuol bene,
e ti protegge dalle tue catene.
È lo sguardo che scorge bellezza…
nel vestito lacero di un accattone,
nel volto rugoso dell’anziano,
nella pelle ruvida del cinico.
È in un gesto sprezzante che non puoi tollerare,
che ti spinge a domandare, cercare, interrogare.
È nel cuore di chi ti riceve,
e ti dona speranza,
e ti fa stare bene.